-Coloro che danzavano erano considerati folli da quelli che non riuscivano a sentire la musica-
mercoledì 14 dicembre 2011
Assignment 3: Imbottigliati nella rete
Ok, Internet. In una paroletta così apparentemente insignificante è racchiuso un universo infinito, o quasi. (Effettivamente questo assignment avrei dovuto farlo già da tempo immemorabile credo, ma meglio tardi che mai direi). Direi che al giorno d'oggi internet si è a tal punto radicato nelle nostre vite, nella nostra quotidianità, da non poterne più fare a meno. A volte mi accorgo, con orrore, che io ne sono dipendente. Veramente, è una cosa grave, soprattutto da quando mi sono definitivamente tecnologizzata con il telefono. Il problema, se così si può chiamare, è che tutto ciò di cui hai bisogno in un dato momento, molto, molto probabilmente lo trovi grazie a internet. Una ricerca per scuola? C'è Wikipedia; vuoi vendere qualcosa? eBay; cerchi un'offerta? Groupon. E la cosa sconvolgente è che se fino a poco tempo fa internet era solo disponibile a casa, ancorato a grossi apparecchi lenti e ronzanti, adesso lo si può trovare ovunque. Con l'avvento delle reti Wi-Fi ci si può connettere e navigare quasi in qualunque posto ci si trovi. In pochi anni, pochissimi anzi, si è venuto a creare un sistema incredibilmente sfaccettato in tutti i suoi aspetti, ramificato e radicato in quasi tutto il mondo, che connette persone e luoghi in tempo reale. Il vero, reale problema, semmai, è che internet costituisce quasi un universo parallelo, e il rischio è proprio quello di scambiarlo per una realtà alternativa a quella di tutti i giorni. E' uno strumento di straordinaria potenzialità e funzionalità, ma come tutto ha dei limiti che vanno rispettati e oltre i quali è rischioso proseguire, e va utilizzato di conseguenza con le dovute cautele.
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